Su Linkedin, su Facebook e sul web in generale, siamo tutti “professionisti”. Sfoggiamo esperienze, collaborazioni, formazione e capacità per ottenere un curriculum da favola, e avere quindi più probabilità di successo.

Tra siti, pagine e profili, vedo persone che lavorano duramente e trovano nello spazio virtuale il posto giusto per far emergere le proprie potenzialità. D’altra parte, l’avvento dei social è stato una manna dal cielo per tante persone che hanno potuto mostrare al mondo intero quello che sapevano fare, mentre prima il loro talento faceva fatica a saltare fuori.

Quante volte ho pensato: “Il mio curriculum è sprecato per restare in una cartella del desktop. Se potesse essere visto e valutato da altri professionisti online avrei l’opportunità di trovare lavori e collaborazioni migliori”. E così è stato. Mi sono rimboccata le maniche, ho cercato contatti, aggiornato il mio cv, i miei profili online e le prime richieste sono arrivate.

Quello che vorrei fare oggi però, è scrivere qualcosa di più umano. Credo che Internet a volte sia un luogo un po’ freddo e arido, che ha bisogno di una sferzata di energia e calore come avviene in un colloquio faccia a faccia.

I lavori che mi hanno fatto diventare la persona che sono oggi

Ci sono qualità stupende che ogni persona cela dietro a piccole esperienze che non tutti conoscono, e sono quelle che spesso fanno la differenza. Ci sono cose che sui social non vengono scritte, perché magari non c’entrano niente con la linea che si vuol dare al proprio profilo. E mi accorgo che è un vero peccato. Io ad esempio ho fatto la cameriera, la segretaria, la receptionist e la guida turistica prima di arrivare a diventare una copywriter freelance.

Ho lavorato in redazioni e altri uffici come stagista o assistente, ho fatto cose molto diverse dal mio ambito nel mondo della comunicazione che però mi hanno dato moltissimo umanamente parlando. Hanno forgiato il mio carattere e quindi hanno contribuito a farmi diventare ciò che sono.

Così, oggi, desidero parlare sinceramente e comportarmi come se fossi seduta davanti a una persona che mi chiede di parlare di me, che ha letto il mio curriculum e vuole sapere di più sulla persona che ha davanti. E allora, eccomi qua.

SEGRETARIA

Il 5 luglio 2007 sono uscita dal liceo dopo aver finito gli esami di maturità consapevole di una cosa: non avrei mai più studiato, avrei trovato un lavoro e sarei diventata indipendente. Circa 10 giorni dopo ho mandato il mio primo curriculum ad un’azienda vicino a casa per un posto come segretaria e centralinista. Sono stata assunta subito con contratto a tempo indeterminato. A quel tempo non avevo idea di cosa volesse dire “lavorare”. Non avevo mai fatto nulla del genere in vita mia, neanche d’estate come baby sitter o altro. Niente. È stato il primo posto in cui sono entrata in contatto con degli esseri umani adulti che non fossero i miei professori. È stata la prima volta in cui mi ritrovavo ad avere delle responsabilità diverse dallo studio, impegni che dovevo portare a termine per non compromettere il lavoro di altre persone.

Avevo una paura assurda, ma dopo il primo periodo di confusione ho tirato fuori la grinta e mi sono messa in gioco. Ho imparato ad usare meglio il computer, ad impostare la voce per rispondere in modo corretto e cordiale al telefono, a mettere in ordine e catalogare documenti, ad affrontare diversi tipi di difficoltà e qualche volta le strigliate da parte del capo. Tra le mura di quell’ufficio sono diventata grande e ho iniziato a costruire la mia corazza per sopportare meglio i problemi.

Dopo 2 anni però qualcosa è cambiato. La mia vita era tutta lì? Sarebbe stato quello il posto dove avrei passato tutti gli anni del mio lavoro? Ogni giorno lo stesso ufficio? Ogni giorno a fare fotocopie e rispondere al telefono? Non avevo più ambizioni di alcun tipo? C’era qualcosa di più che volevo: era fame di novità, di ributtarmi nell’arena per scoprire chi fossi veramente. Ero ancora troppo giovane per dire di no ad un futuro diverso, e così – alla faccia di chi mi diceva che non sarei più tornata a studiare – mi sono iscritta all’università e ho trascorso i successivi 3 anni più belli di sempre con la faccia sui libri. E soprattutto con l’enorme soddisfazione di aver pagato da sola gli studi con i soldi che avevo messo da parte grazie al mio primo lavoro.

CAMERIERA

Nel 2011, l’estate prima del terzo anno di università, ho fatto la cameriera in un bar nel centro storico di Verona. Le mie finanze dovevano essere rifocillate in vista delle ultime tasse da pagare, e complice un’estate senza troppo studio sono riuscita a trovare un posticino per un paio di mesi nel quale fare una nuova esperienza. A parte la fatica immensa per scovare un bar che fosse disposto ad assumermi (volevano solo persone con esperienza), alla fine ho trovato Vincenzo e Viviana, i simpaticissimi proprietari del Retro Bar, che mi hanno dato una chance. Devo dire che mi sono divertita moltissimo!

Grazie a quella breve ma intensa attività come cameriera, ho scoperto che lavorare a contatto con le persone mi piace molto, nonostante gli individui poco educati che ci sono ovunque. Ma il sorriso mi veniva spontaneo quando arrivavo al lavoro, e adoravo lo sguardo di felicità nei clienti che restavano contenti del servizio che gli davamo. Ho parlato molto in inglese e spagnolo data la quantità di turisti in quel periodo, ho conosciuto tante persone, ricevuto complimenti e imparato un mestiere dinamico e piuttosto diverso rispetto a quello d’ufficio. Il profumo del caffè, il buongiorno del mattino, le chiacchiere degli ospiti… Ricordo ancora tutto con grande gioia.

RECEPTIONIST

Nell’inverno del 2013, dopo aver passato l’estate alla Fondazione Arena di Verona come assistente nell’ufficio marketing e web department, ho lavorato per 3 mesi ad Acquaria, un parco termale nel centro di Sirmione sul Lago di Garda. Sono stata assunta come receptionist ed è stato uno dei lavori più tosti e complicati che abbia mai fatto: un numero immenso di mansioni da imparare in pochissimo tempo, stare a contatto con innumerevoli clienti, spiegargli tutto alla perfezione e allo stesso tempo mettere in ordine una montagna di documenti di back office ogni giorno. E poi bisognava avere la massima attenzione nel maneggiare i soldi delle casse, stando in piedi dalle 6 alle 9 ore al giorno, con turni anche serali fino alle 2 del mattino nel fine settimana. Insomma, bisognava darsi da fare e grazie a quel lavoro ho imparato che non c’è davvero niente che non possa fare o che mi possa abbattere.

GUIDA TURISTICA

Dal 2014 al 2015, prima della mia svolta professionale verso il mondo dei copy freelance, ho fatto uno dei lavori che ho amato di più e che avrei voluto continuare, se avessi potuto. Ho lavorato al Sea Life Acquarium di Gardaland come guida turistica per adulti e bambini, accompagnando gruppi di persone e scolaresche alla scoperta del mondo marino e lacustre. Inutile dire quanto mi sono divertita quell’anno. Grazie a questa singolare esperienza ho riscoperto il grande amore per la natura (Piero e Alberto Angela sono i miei miti fin da piccola), ho imparato un’infinità di cose nuove su animali straordinari, e conosciuto persone meravigliose, sia tra i colleghi sia tra i visitatori con i quali spesso facevo amicizia e che mi hanno dato tante soddisfazioni.

Lavorare con i bambini, dall’asilo alle scuole medie, mi è piaciuto da matti, anche se tenerli a bada è stata una vera sfida. Quante volte ho perso la voce per tenerli calmi e spiegargli le cose, quante volte li ho visti ridere e meravigliarsi, quante volte mi sono emozionata quando mi dicevano “grazie” o “sei bravissima”. Ho messo tutta me stessa in quel ruolo, tant’è che le persone mi chiedevano spesso se fossi una biologa marina, quando invece avevo soltanto studiato ciò che l’azienda mi aveva passato per poter lavorare al meglio. In più, dovendo fare anche da animatrice, ho imparato il valore di far ridere e divertire le persone… è una sensazione difficile da spiegare, so solo che mi regalava molta felicità.

È stata l’unica esperienza che per un po’ è riuscita a farmi dimenticare la mia prima passione, quella per la scrittura. Anche perché in quel periodo mi arrivavano solo fregature o collaborazioni gratuite, perciò più la mia delusione aumentava, più la mia felicità per il lavoro che stavo facendo aumentava. Ahimè non è tutto oro quel che luccica, e a causa di cavilli legali e contratti solo per apprendisti non sono riuscita ad andare avanti come guida turistica. Ad ogni modo non ho perso la speranza, e tornata sui miei passi ho coronato il sogno di diventare una copywriter per occuparmi di scrittura a 360 gradi.

Il messaggio che voglio trasmettere con questo post è semplice:

Le strade per raggiungere la felicità sono infinite e nessuna di loro è sbagliata. Tutte le esperienze che facciamo sono preziose, anche e soprattutto le più umili che ci insegnano a lavorare sodo e a trasformare una corazza pesante in una scintillante armatura.

A te che sei arrivato in fondo a questo lunghissimo post: complimenti vivissimi! E grazie per aver letto le mie avventure.

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